Parto da una immagine che ho condiviso qualche tempo fa su Facebook:
Alle tre abilità citate nell’immagini (communicate, negotiate and lead) ne aggiungo un’altra: la capacità di generare contatti. Che vuol dire vivere il lavoro a 360°, stringere relazioni utili con clienti, fornitori e persone con un certo background lavorativo.
E ci stavo proprio riflettendo ieri sera: da quando ho iniziato il mio primo stage qui a Milano ho stretto diverse amicizie che mi hanno portato a nuove avventure lavorative, progetti e opportunità. È stata una catena continua, che mi sta portando a crescere sia dal punto di vista umano che professionale.
La linea sottile fra referenza e raccomandazione
Ne stavo proprio parlando qualche tempo fa con un caro amico. Spesso vi è un’elevata confusione fra referenza e raccomandazione:
- referenza: informazione relativa alle capacità professionali e alle qualità morali di una persona o sulla correttezza e solvibilità di un’azienda, rilasciata da chi ha avuto in passato rapporti con esse;
- raccomandazione: segnalazione di una persona a chi si ritiene possa agevolarla nel conseguimento di uno scopo pratico, difficilmente conseguibile per le vie ordinarie.
Una volta che si riesce a costruire un network di contatti lavorativi utili e si fa capire il valore aggiunto che si può portare in un contesto lavorativo, le referenze arriveranno in automatico.
In questo caso, le capacità professionali della persona vengono validate da un conoscente, che ha tutto l’interesse affinché possa nascere una relazione win-win fra la persona e una terza parte.
Purtroppo, però, le menti piccole ragionano solo in termini di raccomandazione. Ma, prima o poi, la verità si scontrerà con la realtà.